Appunti - di Stefano Feltri

Appunti - di Stefano Feltri

Share this post

Appunti - di Stefano Feltri
Appunti - di Stefano Feltri
La politica sta vincendo
Appunti di Geopolitica

La politica sta vincendo

Unicredit è prossimo alla sconfitta su Bpm, e l’asse Caltagirone-Delfin-Mps-governo Meloni ha quasi conquistato Mediobanca e Generali. Con quali conseguenze?

Avatar di Stefano Feltri
Stefano Feltri
giu 21, 2025
∙ A pagamento
9

Share this post

Appunti - di Stefano Feltri
Appunti - di Stefano Feltri
La politica sta vincendo
4
3
Condividi

Quello che interessa ai politici - praticamente di ogni colore e schieramento - è poter chiamare gli amministratori delegati, parlare nella lingua nazionale e trovare un ascoltatore attento e collaborativo

La diretta con Manlio Graziano per parlare della guerra in Iran prevista per ieri è saltata per un mio contrattempo, la recuperiamo oggi alle 18.000 qui su Substack. Vi ricordo anche che potete iscrivervi alla scuola di geopolitica del centro Spykman di Manlio Graziano, gli abbonati di Appunti hanno uno sconto del 20 per cento (codice da comunicare: APPUNTI). Ci sarà anche una mia lezione. Trovate il link qui


È tempo di un primo bilancio delle scalate bancarie che da sei mesi agitano il mercato e i palazzi della politica. E il risultato parziale è che Roma sta vincendo su Milano, Londra e Bruxelles.

Non Roma intesa soltanto in senso geografico, ma in senso culturale e politico: anche il settore del credito sta tornando una propaggine del potere esecutivo, del sistema di relazioni che connette i partiti alle imprese, un po’ come era prima del processo di privatizzazione degli anni Novanta.

Nell’ultimo ventennio abbiamo assistito alla mutazione genetica del capitalismo industriale italiano riassunto nella parabola della Fiat: le poche grandi imprese sono diventate sempre più globali e meno italiane, disinteressate alle evoluzioni della politica. E il resto del sistema è diventato iper-politico: ormai la Confindustria come la Borsa di Milano sono dominate dalle grandi imprese a controllo pubblico.

Adesso si sta completando l’evoluzione - o involuzione - del settore del credito: i banchieri più internazionali - come Alberto Nagel di Mediobanca, Andrea Orcel di Unicredit, o Philippe Donnet di Generali - escono sconfitti dallo scontro con l’intreccio tutto romano tra una banca a controllo governativo, Monte Paschi, e le alleanze di palazzo Chigi con i nuovi poteri forti italianissimi come il finanziere-editore Francesco Gaetano Caltagirone.

Se poi a Mediobanca, una volta completata la scalata di Monte Paschi, dovesse arrivare Fabrizio Palermo al posto di Alberto Nagel, la mutazione avrebbe il volto del manager stimato dal gruppo Caltagirone che in curriculum ha esperienze del capitalismo pubblico o regolato, la Cassa depositi e prestiti e l’azienda dei servizi idrici ed energetici della capitale Acea.

La grande domanda è: questa evoluzione del settore, da milanese con velleità globali, a romano e para-pubblico (o meglio, con una regia politica dell’impiego di capitali privati), è una apprezzabile difesa degli interessi nazionali o una sconfitta del mercato cannibalizzato dagli interessi particolari, dalle rendite, e corrotto dalle ingerenze della politica?

La sconfitta di Orcel

Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni

Iscriviti a Appunti - di Stefano Feltri per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.

Already a paid subscriber? Accedi
© 2025 Stefano Feltri
Privacy ∙ Condizioni ∙ Notifica di raccolta
Inizia a scrivere.Scarica l'app
Substack è la casa della grande cultura

Condividi