La politica del pezzo di carta
Troppe cose non tornano nella laurea alla Link della ministra del Lavoro Calderone. Ma perché molti politici tendono a vantare studi che non hanno fatto? E perché questo non li danneggia?
La laurea triennale della ministra Calderone non compare nell'Anagrafe Nazionale dei Laureati, poiché è stata conseguita quando la Link rilasciava titoli di diritto maltese non riconosciuti in Italia. Risulta poi che fosse contemporaneamente iscritta sia al corso triennale che al corso magistrale, oltre a essere professoressa a contratto presso la stessa Link Campus
Thomas Mackinson
Nella classifica delle scelte sbagliate che un politico può fare ce ne sono due che quasi sicuramente, presto o tardi, presentano il conto: farsi pagare la casa da qualcun altro, magari se qualcuno che ha avuto o spera di avere in cambio favori, e mentire sul titolo di studio.
Questa seconda categoria di polemiche, va detto, è tra le più imbarazzanti nell’immediato ma tende a lasciare poche tracce nel lungo periodo. Come si spiega?
In questo Paese siamo ossessionati dal pezzo di carta, dal valore legale del titolo di studio, ma a nessuno sembra importare il fatto che assieme al pezzo di carta dovrebbero essere abbinate delle competenze. E che quindi non è uguale ottenere una laurea da parlamentari o da ministri, giusto per poterla esibire, o invece prenderla in tempo, e poi fare una vita professionale, diciamo così, da laureati.
Intendiamoci: in una democrazia non c’è niente di male a essere rappresentati da parlamentari o ministri non laureati, specie in un Paese che è penultimo nell’Unione europea per quota di laureati. In Italia ci sono solo il 26,8 per cento di laureati nella fascia di età 30-34 anni, mentre la media dell’Ue è 41,6 per cento.
Anche gli operai o gli artigiani hanno diritto, in una democrazia, a candidarsi e - se eletti - a governare. Però sono gli stessi parlamentari o ministri a voler spesso esibire titoli che non hanno, quasi pensassero che senza il pezzo di carta nessuno li prenda davvero sul serio. E dunque - questa è l’implicazione più discutibile - che basti un titolo qualsiasi per diventare subito più autorevoli.
Il caso di cui si discute in questi giorni è quello della ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone, nata nel 1965, che si è laureata nel 2012 alla triennale e alla specialistica 2016 alla Link Campus. Il Fatto Quotidiano ha indagato su quella laurea, insospettito dalla vaghezza delle comunicazioni sul sito del ministero, e ha scoperto cose interessanti.
Come ho scoperto la laurea sospetta della ministra Calderone- l’inchiesta di Thomas Mackinson
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