La nuova strategia del partito Democratico di Kamala Harris
COSE LETTE, VISTE E SENTITE - Il bilancio della convention è che adesso c'è una storia da raccontare, quella di Kamala, e un'idea: riunire l'America dopo le spaccature. Ma prima bisogna vincere
Evocare la biografia di Harris riscritta in chiave elettorale, usare il vice Walz per convincere chi non si immedisima in Kamala (uomini, bianchi, centristi…), arginare Trump senza lasciargli l’agenda della discussione. Il piano dei Democratici è chiaro. Adesso bisogna solo vincere le elezioni.
Secondo le ultime analisi di Nate Silver (qui su Substack) che aggregano i vari sondaggi, Kamala Harris è in testa nel voto popolare - che conta poco - e negli Stati decisivi come Pennsylvania, Michigan, Wisconsin. Non di molto, meno di quanto erano avanti Hillary Clinton e Joe Biden nel 2016 e nel 2020, ma comunque meglio di dove stava Biden prima del ritiro.
Alla convention del Partito democratico di Chicago di questi giorni l’obiettivo minimo di Kamala Harris era di non compromettere il suo “momentum”, quell’entusiasmo quasi irrazionale del mondo Democratico che proietta su di lei aspettative, sogni, speranze.
La nuova Kamala
Possiamo dire che Kamala ci è riuscita, non ha fatto nulla per rovinare la buona posizione in cui si è fatta trovare dagli eventi. Ma non ha neanche provato ad aggiungere molto.
Questi alcuni passaggi chiave del suo discorso:
Sono cresciuta immersa negli ideali del movimento per i diritti civili. I miei genitori si erano conosciuti a un incontro per i diritti civili e si sono assicurati che noi imparassimo a conoscere i leader di quel movimento, compresi gli avvocati come Thurgood Marshall e Constance Baker Motley, coloro che hanno combattuto nelle aule di tribunale per rendere reale la promessa dell'America.
Così, in giovane età, ho deciso che volevo fare quel lavoro. Volevo diventare un avvocato. E quando è arrivato il momento di scegliere il tipo di diritto che avrei seguito, ho riflettuto su un momento cruciale della mia vita.
Vedete, quando ero al liceo, ho cominciato a notare qualcosa riguardo alla mia migliore amica, Wanda. Era triste a scuola e a volte non voleva tornare a casa. Così un giorno le ho chiesto se andava tutto bene, e lei mi ha confidato che veniva abusata sessualmente dal suo patrigno. Le ho detto subito che doveva venire a stare con noi, e così fece.
Questa è una delle ragioni per cui sono diventata un procuratore: per proteggere persone come Wanda, perché credo che tutti abbiano diritto alla sicurezza, alla dignità e alla giustizia.
(...)
Qui Kamala sta costruendo il suo personaggio, vuole dimostrare una coerenza tra tutte le parti della sua vita, unire i puntini di un percorso - come quello di tutti - in parte casuale, in parte contraddittorio ed evolutivo.
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