La dottrina Trump
C’è del metodo nella gestione caotica del presidente Usa? Le mosse sull’Ucraina invitano a essere pessimisti
Gli Stati Uniti con l'amministrazione Trump si sono decisi a chiudere la partita con la Russia per concentrare quante più risorse possibile sulla loro priorità strategica, la sfida con la Repubblica Cinese nell'Indo-Pacifico
Gabriele Natalizia
La verità è che nessuno sa bene come gestire quella che si può forse già chiamare “dottrina Trump”, anche se non è strutturata o formalizzata.
Il presidente degli Stati Uniti gestisce le crisi internazionali senza una logica apparente, e senza una coerenza strategica: promette di porre fine alle guerre iniziate da altri e poi ne minaccia di nuove, addirittura interventi militari di espansione territoriale analoghi a quelli della Russia putiniana.
Trump chiede un maggiore coinvolgimento degli alleati nello sforzo militare congiunto sotto l’ombrello Nato, ma poi non è affatto chiaro se una Nato a trazione americana sia uno strumento difensivo affidabile, visto che Trump ne ha messo in discussione il pilastro, cioè l’articolo 5 che garantisce la difesa collettiva a chi viene aggredito.
L’Unione europea e la stessa Nato sono rimasti paralizzati dal fatto che - per una volta - Trump ha fatto quello che aveva promesso: a meno di un mese dal suo insediamento, ha avviato una attività diplomatica con la Russia orientata a un cessate il fuoco in tempi brevi.
Il presidente americano ha chiamato direttamente il suo omologo russo Vladimir Putin, che così ha ottenuto uno dei suoi obiettivi strategici sottostanti all’invasione dell’Ucraina nel 2022: riportare la Russia al rango di grande potenza come ai tempi quantomeno dell’Unione sovietica.
E’ un’illusione, ovviamente, che il mondo possa tornare bipolare soltanto con una telefonata, ma Putin ha bisogno di rafforzare una narrazione imperiale che non può e non potrà mai essere sostenuta dalla realtà.
Comunque, Trump in quella che sembra la mossa di apertura di un negoziato vero, ha già concesso molto a Putin: prima di tutto, ha abbandoNato il principio che almeno formalmente gli Stati Uniti di Joe Biden, l’Unione europea e la Nato hanno sempre sostenuto. Cioè che ogni accordo, negoziato o pace duratura con la Russia sarebbe stata discussa assieme agli ucraini. E infatti ora Zelensky protesta.
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a Appunti - di Stefano Feltri per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.