La disuguaglianza di Cracco è un problema?
La protesta di Ultima generazione nel ristorante di Milano dello chef - dove una cena costa fino a 1.400 euro - ci costringe a ragionare di equità, transizione ecologica e perfino di lotta di classe
Quando si parla di povertà alimentare, spesso cala il silenzio. Oggi in Italia abbiamo tre milioni di persone che vivono in condizioni di insicurezza alimentare, e generalmente questo non interessa a nessuno
Sonia Ricci
Fare una vera transizione significa anche redistribuire risorse e potere. Dunque, non è una questione soltanto da “ambientalisti”, ma è una gigantesca questione politica più generale, che ci riguarda tutti, sia che facciamo la spesa al discount o che ceniamo da Cracco
Da alcune settimane Ultima generazione organizza azioni di protesta davanti e dentro il ristorante di Carlo Cracco in Galleria a Milano, dove una cena costa dai 350 ai 1400 euro e un pranzo tra i 170 e i 1000 euro.
Queste proteste sono parte di una campagna che si chiama “il giusto prezzo” e che vuole attirare l’attenzione sul problema delle disparità nell’accesso al cibo e sulla difficoltà per molti di affrontare la spesa al supermercato, non parliamo poi dei ristoranti.
Le azioni del gruppo ambientalista hanno suscitato molte reazioni, il medico e personaggio televisivo Roberto Burioni ha risposto via X con un tweet che in sostanza diceva: i poveri mangino da McDonald’s se costa poco, non è che tutti devono permettersi una cena da Cracco.
Nell’estate 2023, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida aveva suscitato polemiche di segno opposto, quando aveva sostenuto che in Italia i poveri mangiano meglio dei ricchi perché il loro bisogno di risparmiare li spinge a comprare direttamente dal produttore, mentre invece negli Stati Uniti i più poveri mangiano cibo ultra processato o industriale.
Insomma, Lollobrigida sembra pensare l’opposto di Burioni, cioè che i più poveri non dovrebbero mangiare da McDonald’s. Ma neanche da Cracco, soltanto dal contadino, par di capire.
Il costo del cibo
Se guardiamo i dati che pubblica il ministero delle Imprese e del Made in Italy nel suo Osservatorio prezzi, vediamo che l’allarme di Ultima generazione ha un suo fondamento: i prezzi all’ingrosso del riso segnavano un +23 per cento rispetto al gennaio 2024, le carni +10,9 con picchi del 29,7 per cento per il pollo e del 32,3 per il tacchino.
Latte e formaggi segnano +16,3 per cento, le uova - al centro della discussione politica negli Stati Uniti - sono in aumento del 9,3 per cento. Il burro di un incredibile 48,2 per cento.
E questi sono i prezzi all’ingrosso, su quelli al dettaglio le variazioni possono essere perfino maggiori a seconda di quanta parte di quel rincaro venga trasferito sui clienti.
La domanda che Ultima generazione ci costringe a farci, però, è: che c’entra Cracco? E qui ci sono due risposte possibili: niente o tutto.
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