Il ricatto satellitare di Elon Musk
L’Ucraina dipende dalle connessioni di Starlink fin dall’invasione russa. Per l’Italia fidarsi è un rischio troppo alto
Starlink è diventato cruciale nel conflitto ucraino grazie alla sua rapidità e alla sua affidabilità. Può contare su 7.000 satelliti in orbita bassa, che garantisce comunicazione a bassa latenza, resistente alle interferenze dei dispositivi di jamming russi: è essenziale per guidare attacchi di artiglieria, droni anche da basi nascoste e da rifugi sotterranei
Gabriele Carrer
Il 12 marzo alle ore 15.30 c’è il webinar organizzato da IEPO@BUThe Acceleration of History: How Europe Can Survive in the New World con Thomas Gomart (IFRI), Monica Perosino (La Stampa), moderato da Stefano Feltri. Per partecipare, registratevi qui.
Ormai Elon Musk è un problema politico, non soltanto negli Stati Uniti. Ma anche e soprattutto in Europa. Il Financial Times scrive che sta provando a incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per difendere l’ipotesi di collaborazione con il governo italiano che dovrebbe valere 1,5 miliardi di euro.
Sabato Musk aveva scritto sulla sua piattaforma X che sarebbe “onorato” di parlare con Mattarella, un commento non ovvio visto che il capo dello Stato è l’unico tra i vertici delle istituzioni ad avere usato parole molto dure contro il fondatore dell’azienda spaziale SpaceX e proprietario di X.
A proposito delle ambizioni politiche degli oligarchi digitali, Mattarella ha parlato di “neo-feudatari del Terzo millennio” e ha pubblicamente censurato i commenti di Musk di sostegno a Salvini e contro ai giudici italiani che bloccavano le deportazioni illegali di migranti in Albania.
Ma perché Musk è così interessato alla politica italiana, dove può contare sul solido appoggio della premier Giorgia Meloni?
Diciamo che le cose per Musk in Europa si stanno facendo complicate, il suo conflitto di interessi senza precedenti gli ha garantito un ruolo politico di primo piano a fianco del presidente americano Donald Trump, ma gli crea anche costanti problemi.
Perché ogni volta che Musk si muove, ogni volta che tenta un approccio di business, non è ben chiaro se si tratti di una operazione commerciale o di qualcosa di simile a un’estorsione: paga oppure ti succede qualcosa di politicamente spiacevole.
In questa fase la tensione è intorno al business satellitare della sua azienda spaziale SpaceX.
Dal febbraio 2022, SpaceX garantisce all’Ucraina l’accesso al servizio di connessione Starlink che ha permesso all’esercito ucraino di continuare a combattere e allo Stato ucraino di funzionare. E tutto questo, sostiene Musk, gratis, nel senso che la trattativa con il Pentagono per pagare almeno 145 milioni di dollari quel supporto militare sarebbe finita in niente.
Fin dall’inizio del rapporto con il governo di Volodymir Zelensky, Musk ha fissato dei limiti all’uso della sua tecnologia: bene per operazioni difensive, ma non per quelle offensive, e guai a provare a riprendere la penisola della Crimea che la Russia controlla illegalmente dal 2014.
Già a un centinaio di chilometri dal confine i droni agganciati ai satelliti di Musk smettono di funzionare.
“E’ la prima volta nella Storia che un soggetto privato mette a disposizione di un belligerante una sofisticata tecnologia civile capace di contribuire in maniera decisiva alla resistenza a una invasione militare”, scrive il giornalista Frediano Finucci nel suo fondamentale libro Operazione Satellite per Paesi Edizioni.
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