Il riarmo sta già fallendo
La polemica tra Meloni e le opposizioni in Parlamento sulla spesa militare conferma che il piano della Commissione Ue si è già arenato
Meloni ha ben chiarito che l’aumento delle spese militari a cui il governo sta lavorando è soltanto una riclassificazione contabile che permette di conteggiare sotto la voce difesa alcuni costi che ora sono fuori
Milano, 15 maggio, ore 18, libreria Egea
Come può rispondere l’Ue alla doppia sfida di Russia e Stati Uniti? E con quali risorse? Con Daniel Gros (IEP@BU), Carlo Altomonte (IEP@BU e ISPI), Eleonora Tafuro Ambrosetti (ISPI) e Stefano Feltri (IEP@BU). Iscrivetevi qui
Nessun dorma, dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a un evento in Portogallo, dopo un intervento altrettanto allarmato dell’ex premier Mario Draghi sulla scarsa competitività europea.
Ma come? Perché lamentarsi ancora dell’inazione dell’Europa? In apparenza in questi ultimi tre mesi, costretta a reagire alle mosse convulse di Donald Trump, l’Unione europea sembrava aver risposto con vigore, almeno sul piano degli annunci. A cominciare da quel grande piano di riarmo da 800 miliardi di euro, prima chiamato Rearm Europe e poi ribattezzato Readiness 2030, che tante polemiche ha generato in Italia.
Mentre alcuni giornali, organizzazioni pacifiste, e quasi tutta l’opposizione denunciano i rischi di un riarmo europeo, la verità è che quel piano sta già fallendo, poco più di due mesi dopo l’annuncio della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Da qui l’allarme di Mattarella che vede, per l’ennesima volta, un'Unione europea - e soprattutto i suoi Stati membri più importanti - che professano slogan ambiziosi senza poi applicarli. Vediamo perché.
I problemi di Rearm Europe
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a Appunti - di Stefano Feltri per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.