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Il miraggio del nucleare

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C’è chi sogna più bombe atomiche e chi centrali sostenibili di nuova generazione. Ma non è una discussione seria, o almeno molto prematura

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Stefano Feltri
mar 14, 2025
∙ A pagamento
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Il miraggio del nucleare
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Prima di fare grandi scommesse sarebbe il caso di risolvere i problemi che non siamo stati in grado di risolvere in 40 anni, magari identificando e realizzando una soluzione per le scorie attuali all'interno dei confini nazionali sarebbe già un grande risultato. Ci si chiede perché non partire da quello

Matteo De Piccoli

Forse avete notato che in questi giorni si parla sempre più spesso di nucleare. Con due accezioni diverse, militare e civile, due campi che nella storia dell’atomo non sono mai stati troppo lontani.

C’è il presidente francese Emmanuel Macron che offre la copertura nucleare della Francia al resto d’Europa come risposta al disimpegno americano. E ci sono alcuni pacifisti come il giornalista Michele Santoro che invocano, un po’ a sorpresa, una corsa al riarmo nucleare dell’Europa per esercitare una vera deterrenza contro la Russia, invece di spendere centinaia di miliardi in armamenti più tradizionali.

E poi c’è il cancelliere tedesco entrante, Friedrich Merz, che promette un immediato ritorno della Germania all'energia nucleare abbandonata sull’onda della diffidenza generata dall’incidente nella centrale giapponese di Fukushima nel 2011. Merz promette anche che sarà tedesco il primo reattore a fusione al mondo.

Intanto in Italia, sull’onda della rabbia diffusa per bollette dell’energia troppo care, si moltiplicano gli annunci su imminenti svolte nucleari del Paese, nonostante ben due referendum popolari - dopo l’incidente di Chernobyl nel 1986 e dopo quello di Fukushima nel 2011 - abbiano imposto l’abbandono dell’atomo come fonte di energia.

Con le regole attuali, peraltro, neppure nuove centrali nucleari potrebbero ridurre il costo delle bollette: l’energia atomica entrerebbe nella rete alla pari di quella prodotte da fonti rinnovabili e fossili, ma il prezzo è quello al margine, in pratica è il prezzo della fonte più cara che determina quello delle altre.

Oggi è il prezzo del gas, quindi anche il ritorno al nucleare non farebbe scendere il costo dell’energia a meno di una riforma profonda di come si calcola il prezzo dell’elettricità, riforma che si può fare a prescindere.

Il ministro Gilberto Pichetto Fratin

Uno dei nuovi impieghi che sembra avere l’energia nucleare è alimentare i costosi processi di addestramento dell’intelligenza artificiale, che richiedono enormi quantità di energia costante.

Quindi mi è sembrato giusto chiedere a Chat Gpt di spiegare in termini semplici la differenza tra le due tecnologie nucleari di cui si parla, fusione e fissione.

Questa la spiegazione:

Fissione nucleare: immagina di prendere un atomo grande e pesante, come quello dell’uranio, e di romperlo in due pezzi più piccoli. Quando si rompe, libera un’enorme quantità di energia. È il processo usato nelle centrali nucleari attuali e nella bomba atomica. Il lato negativo è che produce scorie radioattive difficili da smaltire.

Fusione nucleare: funziona esattamente al contrario. Due atomi leggeri, come quelli dell’idrogeno, si uniscono e formano un atomo più pesante, ad esempio l’elio. Anche questa reazione libera una grandissima quantità di energia, ancora maggiore rispetto alla fissione. È il processo che avviene naturalmente nel sole e nelle altre stelle. Il grande vantaggio è che produce molta meno radioattività e non lascia scorie pericolose come la fissione, ma al momento è molto difficile da realizzare in modo stabile sulla Terra.

In sintesi:

  • Fissione: spezzare atomi pesanti (uranio) → energia + scorie radioattive.

  • Fusione: unire atomi leggeri (idrogeno) → molta energia pulita, poche scorie, ma tecnicamente complesso.

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