Il meglio di Trump

Ho visto in anteprima The Apprentice, sulle origini di Donald. Il film vorrebbe essere critico ma finisce per creare un mito delle origini e confondere in modo molto trumpiano realtà e finzione

La cronaca, o la Storia recente, forse ormai non è più compatibile con la nostra curva dell’attenzione. Riusciamo a gestirla, a farcene un'idea, soltanto se viene filtrata da una sceneggiatura

Quando è stata annunciata la presentazione del film The Apprentice per il 20 maggio scorso al festival di Cannes, lo staff di Donald Trump ha minacciato un'azione legale per fermare il film che racconta l'ascesa dell'ex e aspirante futuro presidente. Poi della vicenda legale non se ne è più sentito parlare. 

Forse i collaboratori di Trump si erano mossi prima di vedere il film. Poi lo hanno visto e hanno capito che non solo non era dannoso, ma anzi contribuiva a presentare una versione molto più umana, sfumata, a tratti perfino simpatica, di quello che l’allora sfidante Joe Biden presentava come un dittatore in attesa di sfasciare la democrazia americana e i tribunali trattavano da criminale seriale. 

Adesso che The Apprentice arriva in Italia - nei cinema da oggi, sei giorni dopo l’uscita americana - ci costringe a ragionare su Trump e la sua rappresentazione, sul suo significato culturale al di là del dato politico. Su come noi vediamo Trump.