Il capro espiatorio ferroviario
Dopo il caos dei giorni scorsi, governo e Ferrovie cercano di scaricare tutto su un operaio di una azienda esterna. Ma non è così semplice, c'è un problema strutturale che non sarà risolto dal Pnrr
E’ senza appello l’altro indicatore del deterioramento del servizio: la percentuale dei treni con un ritardo tra una e due ore sale in modo inesorabile, da 1,2 per cento del 2021 a 1,6 del 2023
E così c’è il capro espiatorio del grande caos ferroviario: un’azienda di Frosinone che si chiama Str92, di proprietà di Giuseppe e Federica Proia. Rfi, l’azienda del gruppo Ferrovie dello Stato, ha fatto sapere di averla sospesa dopo la paralisi dei trasporti di mercoledì 2 ottobre.
Un operaio della Str92 avrebbe piantato un chiodo nel posto sbagliato, danneggiato un cavo elettrico e così è saltato il trasporto ferroviario in Italia.
Così viene confermata la versione assolutoria data dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha risposto a chi chiedeva le sue dimissioni per gli oltre 100 treni saltati mentre lui faceva post Instagram sulla festa dei nonni:
“Ho chiesto che emergano le responsabilità e chi ha sulla coscienza i disagi creati a migliaia di persone ne dovrà rispondere.
A quanto mi risulta, i tecnici mi dicono esserci stato un errore stanotte di un'impresa privata che ha piantato un chiodo su un cavo e poi diciamo che il tempo di reazione di fronte a questo errore, e conto che il privato ne risponderà, non è stato all'altezza di quello che la seconda potenza industriale d'Europa deve avere”
Vicenda chiusa: un anonimo operaio dei 22 della Str92, aziendina di Frosinone che fattura 1,6 milioni con perdita di 74mila euro nel 2023, ha fatto un errore. Cose che capitano quando c’è di mezzo una “azienda privata”, come dice Salvini per segnalare che il problema non è certo con le aziende pubbliche, cioè con le Ferrovie i cui vertici sono nominati dal governo Meloni.
Se il colpevole è l’operaio, gli altri sono tutti assolti, incluso Salvini. Eppure basta leggere l’intervista all’amministratore delegato di Rfi al Corriere della Sera per capire che è una versione che nasconde i veri problemi.
Gianpiero Strisciuglio conferma l’errore dell’operaio della Str92 ma ammette anche che ciò che ha generato il caos è stato il fallimento dei sistemi di Rfi per evitare che un singolo problema blocchi tutto.
Il chiodo ha danneggiato un cavo vicino a Firenze di notte, e una cabina è rimasta senza elettricità. Cose che succedono, per questo c’è un sistema alternativo - come in tutte le aziende che hanno bisogno di una continuità di alimentazione - solo che non ha funzionato:
“A quel punto si è aggiunto il malfunzionamento della stessa cabina, anziché intervenire il sistema di alimentazione alternativo è scattata la messa in sicurezza dell’operatività, scollegando tutto.
Una serie di malfunzionamenti, ma originati dal danno sulla linea elettrica causato dalla ditta esterna”.
Striguglio parla addirittura di una “catena di anomalie”, altro che soltanto un chiodo:
“La cabina di per sé ha una dotazione che le consente di supplire al primo malfunzionamento, ma in realtà all’interno della stessa cabina, come detto, qualcosa si è bloccato e questo è tuttora oggetto di ulteriori approfondimenti.
Le cosiddette ridondanze tecniche che salvaguardano il funzionamento dell’impianto sono state, ripeto, vanificate da questa catena di anomalie”.
Il problema è parecchio più strutturale. Partiamo dai dati delle relazioni sulla qualità del servizio delle Ferrovie dello Stato, dove ci sono i dati sulle soppressioni. Se si guarda l’andamento negli ultimi tre anni si nota che c’è qualcosa di strano.
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