Appunti - di Stefano Feltri

Appunti - di Stefano Feltri

Share this post

Appunti - di Stefano Feltri
Appunti - di Stefano Feltri
I dilemmi della democrazia militante

I dilemmi della democrazia militante

L’esclusione del candidato filorusso Georgescu non ha fermato la destra, la condanna di Trump ne ha favorito la vittoria, Afd è classificata come organizzazione estremistica. Ma i voti restano

Avatar di Stefano Feltri
Stefano Feltri
mag 06, 2025
∙ A pagamento
19

Share this post

Appunti - di Stefano Feltri
Appunti - di Stefano Feltri
I dilemmi della democrazia militante
8
Condividi

Poiché oggi l’attacco alla democrazia liberale non passa da colpi di Stato militari ma dalla erosione delle sue regole e istituzioni, la declinazione contemporanea della “democrazia militante” consiste nell’uso dei tribunali e delle autorità indipendenti contro i leader e i partiti di destra che minacciano il sistema.

La giustizia può fermare i populisti e le estreme destre? O meglio, la giustizia deve fermare i populisti e le estreme destre quando commettono reati e minacciano la democrazia stessa anche se questo significa far crescere il loro consenso?

Due domande che diventano molto urgenti dopo la ripetizione del primo turno delle elezioni presidenziali in Romania che ha visto stravincere il candidato di estrema destra George Simion, con il 41 per cento.

Simion ha preso un numero di voti pari alla somma di quelli ottenuti dai suoi due sfidanti, Nicușor Dan (20.99 per cento), sindaco di Bucarest, e Crin Antonescu (20,07 per cento), candidato della coalizione di governo. Al ballottaggio andrà Dan, ma Simion parte da favorito.

Il candidato di destra, fondatore dell’Alleanza per l’unione dei romeni (Aur), è un nazionalista, anti-migranti, scettico sull’Unione europea che ha come modello Donald Trump. E’ sceso in campo al posto del più popolare Calin Georgescu dopo che la Corte costituzionale romena aveva annullato il primo turno delle presidenziali a dicembre e poi escluso Georgescu dalla corsa.

La ragione dell’annullamento delle elezioni di dicembre era che Georgescu aveva dichiarato zero spese elettorali ma aveva beneficiato di una imponente campagna su TikTok, gestita da una misteriosa agenzia sudafricana. Si è parlato di interferenze russe a suo favore, perché Georgescu - a differenza di Simion - è anche ostile a ogni supporto all’Ucraina, ma quelle interferenze non sono state provate. Le irregolarità sì, però.

Poi Georgescu è stato squalificato per aver violato le leggi sull’estremismo, con tanto di saluto nazista. Un'inchiesta giudiziaria ha poi colpito alcuni loschi figuri, mercenari e criminali a cui si accompagnava.

Ovviamente lui, Simion, e i tanti alleati sovranisti e populisti di destra hanno presentato la decisione della Corte costituzionale come un tentativo di colpire il candidato più scomodo per il sistema.

La scelta della Corte costituzionale, contestata anche da giuristi di altro orientamento in Europa, ha ottenuto un effetto diverso da quello probabilmente desiderato: cioè si è trasformata in un argomento di propaganda per la destra di Simion, che ora potrebbe indicare proprio Georgescu come primo ministro, in caso di vittoria al secondo turno delle presidenziali.

George Simion

Teresa Coratella è un’analista dello European Council on Foreign Relations esperta di Europa dell’est. Quali possono essere le conseguenze europee di una vittoria di Simion anche al secondo turno?

Un'eventuale vittoria di Simion al secondo turno avrebbe tre implicazioni fondamentali per l'Europa. La prima è che si andrebbe ad allargare quel gruppo in seno all'Ue di Stati membri molto vicini a Putin.

La seconda è che si andrebbe a rimarcare ancora di più una divisione all'interno dell'Europa tra partiti pro-establishment e partiti anti-establishment responsabili di una narrativa anti-Ue molto visibile e politicamente rilevante.

La terza, un'eventuale vittoria di Simion, andrebbe ancora di più a creare un'ulteriore divisione in seno all'Ue, ossia i partiti e Paesi a guida di governi di sinistra e partiti e paesi a guida di governi di destra.

E per quanto riguarda il rapporto con gli Stati Uniti, che nell’area sono sempre stati molto influenti, cosa cambierebbe con un trumpiano dichiarato al governo?

La maggior parte dei Paesi dell'ex blocco sovietico guarda da sempre agli Stati Uniti come principale interlocutore per la propria sicurezza, per la crescita economica e per il percorso democratico.

È vero che l'amministrazione Trump ha gettato scompiglio e oggi è più difficile gestire questo nuovo rapporto transatlantico, ma comunque non molto cambierà. Washington rimarrà il principale interlocutore.

Se guardiamo ad alcuni di questi paesi più nello specifico, come ad esempio alla Romania, nel caso della vittoria di Simion, profilo evidentemente pro-Trump, il rischio è che unendo insieme le varie posizioni filo-Washington di tali Paesi, tutto questo creerà un blocco all'interno dell'Unione europea, un blocco che potrebbe rischiare in alcuni casi come ad esempio nel caso del supporto all'Ucraina di indebolire l'azione dell'Ue stessa.

C’è una questione più generale, che va ben oltre la Romania. Le leggi, lo Stato di diritto, il sistema dei tribunali hanno il ruolo di arginare il potere politico. La differenza tra le democrazie liberali e le dittature sta proprio nel fatto che, nelle prime, anche chi governa è soggetto alla legge.

Ma molte destre sfidano la legge e vengono ricompensate dagli elettori quando, per le loro violazioni, non subiscono conseguenze. Nel 2024 Donald Trump è stato condannato per i pagamenti illeciti a una pornostar che voleva silenziare in campagna elettorale, ma la condanna lo ha spinto verso la Casa Bianca, invece che verso il carcere.

Ogni volta che i giudici provano a imbrigliare le destre estreme, finiscono per fare loro campagna elettorale. Ma disapplicare la legge per timore di conseguenze politiche sarebbe anche questo un sabotaggio della democrazia liberale.

I tribunali e la democrazia

Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni

Iscriviti a Appunti - di Stefano Feltri per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.

Already a paid subscriber? Accedi
© 2025 Stefano Feltri
Privacy ∙ Condizioni ∙ Notifica di raccolta
Inizia a scrivere.Scarica l'app
Substack è la casa della grande cultura

Condividi