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Flop o trionfo?

Elon Musk inizia a prendere le distanze da Trump, ma l’impegno politico non è stato per lui il sacrificio che racconta. E’ stato un ottimo investimento

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Stefano Feltri
mag 29, 2025
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Di sicuro Musk ha già ottenuto alcuni risultati per lui importanti: ha dimostrato che si può ottenere un grande potere e scardinare l’amministrazione pubblica dall’interno senza essere eletti e senza passare dal parlamento. E ha dato il suo contributo per favorire la svolta della democrazia americana in una direzione autoritaria che molti nella Silicon Valley considerano necessaria per non ostacolare il progresso tecnologico

Si avvicina l’uscita del mio nuovo libro Il nemico - Elon Musk e l’assalto del tecnocapitalismo alla democrazia per Utet. Esce il 10 giugno ma voi lo potete pre-ordinare qui. Ne ho parlato in una intervista video con letture.org che trovate qui sotto.

La vera domanda su Elon Musk è: ha raggiunto il suo obiettivo oppure no? Il suo ingresso in politica a fianco di Donald Trump è un po’ come il suo acquisto per 44 miliardi di Twitter nel 2022: sembra una mossa assurda, controproducente, che distrugge valore invece che crearlo.

Ma soltanto se analizzata fuori dal contesto in cui è inserita, cioè fuori dalla ragnatela di interessi, ambizioni, scommesse e visioni dell’uomo più ricco e pericoloso del mondo.

La faglia con Trump

Molti segnali indicano che Elon Musk ha iniziato le sue manovre di distacco dal presidente degli Stati Uniti. Il suo DOGE, il Dipartimento per l’efficienza governativa che Musk guida, si vanta di aver risparmiato 175 miliardi di dollari tagliando con la motosega dipendenti pubblici, programmi governativi, aiuti allo sviluppo internazionali. Fanno 1.000 dollari per ogni contribuente americano.

Varie inchieste giornalistiche hanno smontato questi risultati, soprattutto per quanto riguarda i risparmi maggiori, contratti per miliardi che in molti casi sono semplicemente arrivati a naturale scadenza o erano già stati cancellati dall’amministrazione Biden.

Comunque, a spazzare via ogni possibilità che il DOGE possa risanare i conti americani è arrivato l’unico a cui Musk non può opporsi, cioè Donald Trump, che ha appena fatto approvare alla Camera dei rappresentanti la sua legge di bilancio soprannominata “Big, Beautiful Bill”.

Oltre 1000 pagine che prevedono un aumento di quasi 3.000 miliardi di dollari di deficit nel prossimo decennio, soprattutto per finanziare una massiccia riduzione delle tasse analoga a quella che nel 2017 ha contrassegnato la prima amministrazione Trump.

Tra le urgenze c’è proprio quella di rifinanziare quell’intervento che ha ridotto l’aliquota marginale massima al 37 per cento, con molti benefici soprattutto per i più benestanti.

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