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Era tutto già scritto
Appunti di Geopolitica

Era tutto già scritto

Dal 2018 Trump è convinto che il modo di trattare con l’Iran sia minacciarne la distruzione. Non ha funzionato

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Stefano Feltri
giu 24, 2025
∙ A pagamento
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Il tipo di accordo che Trump pretende dall’Iran non può essere l’esito di un negoziato, perché è in pratica una capitolazione. E dunque resta solo l’ipotesi che il presidente americano evoca dal 2018: bombardare

Nella sua informativa al Parlamento, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni denuncia il pericolo che l’Iran si doti di una bomba atomica e auspica che, invece che con la guerra, la questione sia affrontata sul piano diplomatico.

Sembrano parole di buon senso che chiunque potrebbe condividere. Il problema è che la guerra in corso tra Israele e Iran è il prodotto di una catena di scelte che aveva proprio la violenza come unico sbocco e non poteva portare ad altro.

La politica di Trump era destinata alla guerra, vale la pena ricostruire gli eventi anche a beneficio di quelli che, pure qui in Italia, hanno creduto alla bufala del presidente pacifista, mentre avevamo a che fare soltanto con un presidente dilettante.

Lo dimostra anche la sua reazione all’attacco dell’Iran a una base americana in Qatar: Trump ringrazia gli ayatollah per aver avvisato prima e dice che questo è un ottimo segnale, che è il momento della pace.

La reazione a catena inizia l’8 maggio 2018, a metà circa del primo mandato di Trump alla Casa Bianca: il presidente annuncia l’uscita degli Stati Uniti dal Joint Comprehensive Plan of Action, JCPOA, l’accordo negoziato nel 2015 con il supporto dell’Unione europea per regolare la gestione del programma nucleare iraniano in modo da rallentare il percorso verso possibili impieghi militari.

Trump non si considera uomo da compromessi, e dunque la sua strategia è di esercitare la massima pressione sull’Iran, con nuove sanzioni e deterrenza militare.

Questo cambio di approccio non prosegue bene, gli iraniani si sentono in un angolo, accusano il colpo delle sanzioni, nel Settembre 2019 si sfiora già la guerra regionale, con attacchi iraniani a navi petrolifere nel Golfo persico e bombardamenti con droni esplosivi stabilimenti petroliferi in Arabia saudita.

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