Dittatura senza popolo
Se Elon Musk confermerà di controllare Donald Trump, ci troveremo di fronte a un potere quasi assoluto che non ha neppure bisogno di essere acclamato dalle folle. Altro che Xi Jinping
Anche il peggiore dei dittatori ha sempre parlato alle masse, Musk invece non ha tempo da perdere con il popolo, perché lui vede oltre, proiettato in un costante agire che accresce il suo patrimonio e il suo potere, finora indisturbato, adesso probabilmente supportato dal potere politico.
Laura Turini
Sono rientrata da poco da un viaggio in Cina e una delle persone più interessanti che ho conosciuto è stato Nick, così si è presentato non conosco il suo vero nome. Un ragazzo brillante, una laurea in storia e prossimo alla seconda laurea in business administration, uno dei pochissimi a parlare inglese in un Paese che, almeno nelle grandi città, si presenta tecnologicamente molto avanzato.
Auto elettriche ovunque, le biciclette sostituite da silenziosi scooter anch’essi elettrici, niente contanti e neppure carte di credito, tutto gestito tramite app che, ovviamente, ti controllano ad ogni passo, con il passaporto che solo apre ogni porta, incluso l’accesso alle poche wifi disponibili.
Un ragazzo che, per pudore o per paura, solo alla fine del nostro lungo incontro mi ha rivelato di avere la madre cinese e il padre giapponese, cosa che significa essere cresciuto in una famiglia di mentalità aperta e multiculturale, con molti viaggi alle spalle fuori dalla Cina.
Gli ho chiesto se fosse contento del presidente Xi Jinping e mi ha risposto che anche se in molti lo criticano, lui è molto contento, perché è come avere un padre severo che agisce per il bene dei propri figli.
Anche certe limitazioni o imposizioni, che dir si voglia, o il vivere in uno stato che per noi occidentali può essere considerato una dittatura, per lui è qualcosa di positivo, un cammino tracciato dall’alto a fin di bene.
Con orgoglio ha tenuto a farmi capire che Xi è un uomo estremamente saggio, che ha molto studiato, come tutti coloro che arrivano nella sua posizione, che conosce gli scritti più antichi della tradizione cinese e tutta la storia passata, per cui quello che lui decide di fare è la migliore scelta possibile per la società, perché sa molte più cose di tutti gli altri ed è estremamente intelligente. È stato scelto per questo.
Pensando ai politici di casa nostra ho quasi provato un pizzico di invidia.
La dittatura può quindi avere un volto buono, anche se personalmente in una Cina piena di telecamere e ordine perfetto, non sono stata bene, e sembra sia quello che pensano anche gli americani che hanno scelto Donald Trump, come uomo forte capace di fare l’America di nuovo grande.
Il potere occulto di Musk
Negli Stati Uniti, però, a dominare non c’è l’uomo scelto dal partito per la sua intelligenza e la sua cultura, ma l’uomo ricco.
Nella terra della libertà, insieme a Trump o più che Trump, ha vinto Elon Musk, il multimilionario per eccellenza, che ha appoggiato un presidente in grado di garantire il massimo sviluppo delle tecnologie che sono alla base dei suoi affari, senza regole e controlli, e già si sono visti gli effetti benefici per le sue società in borsa.
C’è però forse qualcosa di più, e di peggio, che Musk spera di ottenere, la fine di quella forma di democrazia che intralcia le decisioni e il cambiamento.
Un po' la stessa cosa che si cerca di fare in Italia rispetto alla legge, quando si pretende che i giudici “non si intromettano” nelle scelte del governo che deve essere libero di fare cosa vuole, anche “contra legem”, dimenticando che il loro dovere è quello di applicare la Costituzione e le norme sovranazionali che siamo tutti tenuti a rispettare.
Anni di storia, di progresso, di evoluzione giuridica, che secondo Nick sono il patrimonio di Xi Jinping e che giustificano il suo potere ed il rispetto che gli è voluto, da noi vengono spesso calpestati, sostituiti dal dominio di chi impone solo la legge di se stesso.
Elon Musk, genio visionario, illuminato, ricchissimo, sembra avere come unica fonte di ispirazione la sua mente e ciò che lui ritiene essere giusto per il bene proprio o dell’umanità, in fondo non fa tutta questa differenza. Anche se lo facesse per noi, chi gli ha conferito questa investitura? Quali sono le sue basi filosofiche e storiche condivise? Quanti cittadini lo conoscono davvero i suoi progetti e li approvano?
Oltre il popolo
Anche il peggiore dei dittatori ha sempre parlato alle masse, Musk invece non ha tempo da perdere con il popolo, perché lui vede oltre, proiettato in un costante agire che accresce il suo patrimonio e il suo potere, finora indisturbato, adesso probabilmente supportato dal potere politico.
Il denaro non è tutto e non è abbastanza per chi lo ha ottenuto e sembra che Elon Musk voglia molto di più, vuole cambiare il mondo, in quale direzione possiamo solo intuirlo o provare a indovinarlo, ma non ce lo ha mai rivelato se non in piccola parte.
Secondo qualche analista politico Donald Trump potrebbe prima o poi scaricarlo, perché in fondo sono due maschi alfa che difficilmente possono convivere a lungo e non servirà a tenerli uniti la riconoscenza che il presidente gli dovrebbe per l’aiuto nella campagna elettorale.
Altri, invece, ritengono che Elon Musk possa essere utile a Trump per rilanciare l’immagine di un Paese all’avanguardia, soprattutto nelle nuove tecnologie e nella sfida sull’intelligenza artificiale che vede contrapposti Stati Uniti e Cina con il rischio che la seconda possa prevalere.
Entrambe le previsioni politiche muovono però dal presupposto che sia Donald Trump ad avere in mano l’ago della bilancia e che sarà lui a decidere se sbarazzarsi dell’ingombrante alleato o sfruttare le sue indubbie capacità.
Questo significa riconoscere alla politica ancora un peso preponderante sull’economia e, soprattutto, sulla tecnologia.
Se guardiamo il mondo dalla prospettiva di Elon Musk le cose potrebbero, però, essere diverse, con la politica che rappresenta solo uno strumento nelle sue mani, e a comandare davvero potrebbe essere proprio lui, con X, Neurolink, satelliti, che sono molto di più di un business milionario, ma mezzi di controllo sociale e geopolitico.
Quindi, la domanda giusta da porsi potrebbe essere non tanto cosa Donald Trump deciderà di fare di Elon Musk, ma piuttosto cosa Musk deciderà di fare di lui o con lui. Magari non riuscirà nei suoi, non rivelati, intenti, ma se ci riuscisse potremmo un giorno svegliarci in un mondo che non ha niente a che vedere con tutto quello che abbiamo costruito fino ad oggi.
Musk, a differenza di Xi, non si proclama portavoce di alcuna cultura del passato ma, all’opposto, inneggia ad un nuovo futuro distopico con l’uomo visto come una macchina a cui cambiare parti del corpo con pezzi di ricambio, con la negazione della morte come fenomeno naturale, tanto per ricordare alcuni dei suoi pensieri. Un’idea che esiste solo nella sua testa ma che adesso potrebbe governare il mondo.
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