Appunti - di Stefano Feltri

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Difesa comune o riarmo?
Appunti di Geopolitica

Difesa comune o riarmo?

I partiti italiani, e il Pd in particolare, si spaccano nel voto al Parlamento europeo sul piano ReArm Europe perché sono prigionieri dei loro slogan

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Stefano Feltri
mar 13, 2025
∙ A pagamento
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Difesa comune o riarmo?
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Elly Schlein sembra suggerire che ci sia un modo per rendere più sicura l’Europa senza che gli Stati membri comprino armi e rafforzino gli eserciti e che si possa evitare di far pagare tutto questo ai contribuenti italiani. Questo messaggio è ingannevole

Immaginate di essere un elettore italiano preoccupato per quello che sta succedendo nel mondo.

C’è l’elettore diciamo così pacifista, disposto a fare qualunque concessione alla Russia purché la guerra in Ucraina finisca, e dunque contrario a ogni aumento della spesa militare.

E poi c’è l’elettore che chiameremo realista, che crede alle promesse di Vladimir Putin di cancellare l’Ucraina e sfidare l’Occidente, che non si fida più degli Stati Uniti e vuole che l’Europa sia in grado di difendersi da sola.

Entrambi questi elettori, quello pacifista e quello realista, guardano al voto dei partiti italiani al Parlamento europeo dove si discuteva la risoluzione - non vincolante ma politicamente significativa - di appoggio al piano ReArm Europe proposto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Sono i famosi 800 miliardi di euro da mobilitare, tra investimenti pubblici, privati, aumento del debito degli Stati membri e dei fondi comunitari.

L’elettore pacifista è perplesso: il Movimento Cinque stelle e la delegazione dell’Alleanza verdi sinistra votano contro, ma in Italia quei due partiti sono alleati con il Partito democratico che sul piano ReArm Europe si spacca.

Undici eurodeputati si astengono, incluso il capo delegazione del Pd Nicola Zingaretti, dunque si suppone che quella sia la linea ufficiale del partito guidato da Elly Schlein. Quindi sono contrari? Non si capisce bene come si faccia a essere non favorevoli senza essere contrari.

Anche l’elettore realista è confuso: finora aveva apprezzato il governo Meloni per le sue posizioni affidabili verso gli Stati Uniti e Bruxelles.

Ora gli Stati Uniti hanno cambiato linea e il governo non si sa: Fratelli d’Italia al Parlamento europeo conduce una battaglia per cambiare nome a ReArm Europe e chiamarlo DefendEU, così, giusto per complicare un po’ le cose, ma alla fine vota a favore della risoluzione come Forza Italia.

Però la Lega vota contro.

In altri Paesi la politica estera è il terreno che compatta i partiti e unisce maggioranza e opposizione. In Italia spacca le coalizioni: quindi non c’è una linea italiana sulla crisi delle relazioni transatlantiche.

Nel caso del Pd non c’è neppure una linea del partito, ci sono quelle delle sue correnti: e poi si lamentano se vengono condannati all’irrilevanza.

Ma non si possono ridurre questioni serie come il riarmo dell’Europa a mero spunto di polemica tra leader politici in cerca di visibilità personale.

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