Cose lette, viste e sentite: Speciale Trump
L'analisi del caso, le implicazioni sulla corsa alla Casa Bianca, la testimonianza della pornostar Stormy Daniels, i sondaggi, i documenti giudiziari.
Ho perso la pazienza. Gli ho detto. “Qualcuno dovrebbe darti una sculacciata con quella. È l'unico interesse che ho per quella rivista. Altrimenti me ne vado”
Stormy Daniels
Buon pomeriggio,
la rilevanza della prima condanna di Donald Trump è tale che richiedeva un numero apposito della rubrica Cose lette, viste e sentite, perché so che la comunità di Appunti è esistente e non si accontenta di quello che trova in rete sui giornali italiani.
Prima di andare ai documenti e alle analisi, vi segnalo due cose che non sono ovvie dal racconto italiano della vicenda. Primo: Trump è stato condannato in base a un complesso impianto accusatorio secondo cui avrebbe comprato il silenzio di una pornostar con cui aveva avuto un incontro sessuale per evitare lo scandalo in campagna elettorale. Quindi avrebbe, di fatto, alterato l’elezione in modo illecito.
Il Wall Street Journal, nell’editoriale non firmato che esprime la linea del giornale, elenca tutti gli argomenti problematici dell’accusa, che potrebbe non reggere in appello e nei ricorsi successivi.
Secondo: la condanna di Trump non si può interpretare come una condanna “italiana”, non è soltanto la legge che prevale sulla politica, è una operazione anche molto politica. Il procuratore che ha guidato l’accusa, Alvin Bragg, è un Democratico, che ricopre l’incarico sulla base di una elezione, il suo programma era perseguire Trump.
Bene tenerlo a mente ora che in Italia il governo avvia una riforma della giustizia che ha come scopo ultimo di rendere l’accusa meno indipendente nelle sue valutazioni e - secondo i critici - più indirizzabile dalla politica.
E adesso andiamo al merito della vicenda.
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