Cose lette, viste e sentite: Ma Kamala Harris ha qualche possibilità?
Gli stessi media che oggi la presentano come la migliore scelta possibile l'hanno raccontata per oltre tre anni come una politica mediocre e senza risultati da raccontate. E poi ci sono i sondaggi
Quando è entrata nelle primarie democratiche del 2019, grazie a molti fondi e sostegno, è arrivata subito al 15 per cento di sostegno nei sondaggi, al secondo posto dietro Joe Biden. Quando si è ritirata a dicembre 2019, era sotto il 4 per cento
New York Times Magazine
Buongiorno a tutte e tutti,
dopo che Joe Biden è stato costretto a ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca, la domanda che tutti si fanno è: Kamala Harris riuscirà a battere Donald Trump se, come pare ormai scontato, la convention dei Democratici a Chicago la indicherà come candidata ufficiale alla presidenza?
Il conformismo dei media americani, a cominciare dall’imbarazzante New York Times, dopo averla trattata per tre anni come una politica incompiuta, priva di personalità e di risultati, ora la presenta come un talento purissimo, libero di esprimersi.
Lo schema - tutto politico, non giornalistico - degli ultimi mesi ha segnato uno dei momenti più bassi del giornalismo politico americano. Prima i tentativi di minimizzare i problemi di tenuta fisica e mentale di Joe Biden, poi la monolitica campagna per costringerlo a ritirarsi dopo il disastro del dibattito televisivo del 27 giugno e, ora che la missione è compiuta, il tentativo quasi disperato di dare a Kamala Harris una credibilità che non ha mai avuto.
Pessima candidata alle primarie 2019 dei Democratici, vice presidente senza storia e con molte più gaffe che dichiarazioni memorabili, Kamala Harris oggi beneficia di un unico, significativo vantaggio: non è Joe Biden, e dopo un mese di discussioni sul decadimento cognitivo del presidente, questo è già qualcosa. Ma non è detto che basti.
In questo appuntamento con Cose lette, viste e sentite ho messo insieme un po’ di analisi e commenti per consentire anche a voi di farvi un’opinione su Kamala Harris.
Buona giornata,
Stefano
Kamala Harris può farcela?
Nella sua newsletter, l’esperto di sondaggi e analisi politiche Nate Silver ha indicato - prima del ritiro di Biden - argomenti a favore e contro una candidatura di Kamala Harris. Vi segnalo qui quelli più significativi:
Scarsa esperienza in incarichi elettivi. È tra i più grandi flop delle primarie di tutti i tempi, essendo entrata nella corsa del 2020 con molte risorse e clamore, ma fallendo nel raggiungere anche solo il voto dell'Iowa. Si è dovuta ritirare prima. E non ha mai dovuto davvero affrontare una contesa elettorale competitiva — eccetto nel 2010, quando ha vinto la corsa per Procuratore Generale in California con solo 1 punto di vantaggio. Ma quella gara non avrebbe dovuto essere competitiva: è la California, e Harris ha performato peggio di tutti gli altri democratici sulla scheda elettorale.
Discrepanza tra Voto Popolare e Collegio Elettorale. Harris potrebbe avere una discrepanza maggiore tra il voto popolare e il Collegio Elettorale rispetto a Biden se fa peggio tra gli elettori bianchi ma meglio tra gli elettori di colore.
Eredità dei Problemi dell'Amministrazione. A differenza di un candidato davvero nuovo, Harris si trova a ereditare almeno alcuni dei problemi dell'amministrazione Biden come l'inflazione o l’emergenza immigrazione al confine Sud, crisi della quale ha avuto la sfortuna di essere il volto pubblico della politica impopolare dell'amministrazione.
Rischio di Coinvolgimento in un Potenziale Insabbiamento. Se ci fosse stata una qualche attività di copertura sulla salute o i problemi legati all’età di Biden, corre il rischio di esserne coinvolta.
Percezione più a sinistra di Biden. Harris è probabilmente vista più a sinistra di Biden. Nei miei anni di lavoro sulle previsioni elettorali, ho costantemente trovato che il teorema dell'elettore mediano è di solito corretto e, a parità di tutte le altre condizioni, conviene sempre nominare un candidato più moderato.
Indice di Disapprovazione. Il tasso di disapprovazione di Harris è "solo" del 49,5%, il che è negativo ma molto meglio del 56,8% di Biden. Tuttavia, qualsiasi altro democratico probabilmente partirebbe con negativi inferiori.
Anche un altro commentatore acuto e indipendente, fuori dagli intrecci tra media e Democratici, cioè Gideon Rachman del Financial Times, è molto cauto.
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