Cose lette, viste e ascoltate: Cosa vuol dire davvero distruggere Hamas
Tutte le opzioni a disposizione di Israele sono tragiche, anche per il tentativo di Hamas di favorire le morti di civili palestinesi così da ridurre il sostegno internazionale agli israeliani
Questa è una immagine pubblicata su X dall’esercito israeliano con questo commento: “Solo un’organizzazione terrorista genocida è capace di questi orrori”.
Buongiorno a tutte e tutti,
come accade sempre in queste situazioni di guerra, specie all’indomani di un evento epocale come l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre, l’emotività finisce per prevalere su tutto. E anche i media di solito più equilibrati si sentono costretti ad alzare la temperatura dell’empatia, dell’indignazione.
Dai Comuni alle università, tutti devono prendere parte: ogni silenzio su Israele è letto come un’apertura alle ragioni di Hamas.
Nello spirito di questo format, vorrei invece provare a offrire alcuni elementi che ho trovato particolarmente utili a capire cosa succede.
L’Onu monitora ogni giorno la situazione a Gaza, ora sotto assedio da parte dell’esercito israeliano e colpita da frequenti bombardamenti. E i numeri sono impressionanti ancor più delle immagini.
Nel monitoraggio di mercoledì, risultavano già 175.000 persone senza casa e rifugiate nelle strutture Onu, “ma il numero continua a crescere per effetto degli attacchi aerei israeliani”.
Da notare che le autorità israeliane hanno limitato i movimenti anche agli operatori Onu che hanno una carta di identità palestinese.
La Commissione di inchiesta dell’Onu sui territori palestinesi occupati si dice “molto preoccupata” dagli ultimi attacchi a Gaza e dice che “sta raccogliendo evidenze di crimini di guerra commessi da entrambe le parti dal 7 ottobre 2023, quando Hamas ha lanciato un attacco su Israele e le forze israeliane hanno risposto con lanci di missili su Gaza”.
Questa parità di trattamento tra i due campi - messi esplicitamente sullo stesso piano in riferimento ai crimini di guerra - indica che almeno l’Onu considera le conseguenze umanitarie di un assedio o di un ingresso dell’esercito israeliano a Gaza preoccupanti quanto l’attacco di Hamas.
Il sito Just Security osserva un dettaglio interessante: a differenza dell’Onu, la Corte penale internazionale non ha preso posizione, non ha detto niente, neppure il tradizionale avvertimento alle parti a non commettere crimini di guerra.
Dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, il procuratore Karim Khan aveva reagito nell’arco di 24 ore mentre stavolta resta silente.
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