Cosa pensano davvero gli europei dell'Ucraina
Rilevazioni recenti indicano che il sostegno a un possibile ingresso nell'Unione resta alto, ma gli effetti della guerra iniziano a farsi sentire. Quanto durerà l'appoggio a Zelensky?
Due anni di bollette alte hanno drasticamente ridotto il consenso a sostenere costi più alti sull’energia per ottenere una maggiore indipendenza. E questo rischia di avere conseguenze non soltanto sull’atteggiamento verso l’impegno militare, ma anche per quello relativo alla transizione ecologica
La discussione al Consiglio europeo sull’Ucraina di questi giorni avviene tra capi di Stato e di governo, che devono decidere se avviare o meno il processo che - forse entro il 2030 - porterà al suo ingresso nell’Unione europea.
Ognuno dei partecipanti aL vertice di Bruxelles, incluso il premier ungherese Viktor Orbàn, ha una qualche forma di mandato democratico (chi più chi meno) a prendere decisioni.
Il problema della democrazia rappresentativa, però, è che il mandato di rappresentanza non è mai sufficientemente dettagliato da indicare come i rappresentanti dovrebbero comportarsi sulle specifiche vicende.
Per esempio, è opinabile pensare che qualcuno abbia ricevuto un mandato esplicito per cedere ai ricatti di Orbàn e sbloccare 10 miliardi di fondi strutturali Ue nella speranza di evitare che l’Ungheria metta il veto su nuovi aiuti all’Ucraina e sul suo possibile ingresso nell’Unione.
Con l’eccezione di Budapest, i governi dei grandi paesi europei e le istituzioni Ue sono compatti nel supporto - militare, finanziario e politico - all’Ucraina, ma gli europei cosa ne pensano davvero?
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