L'onda nera
Dietro l'ascesa della destra di Marine Le Pen non c'è alcuna crisi sociale o emergenza immigrazione. C'è piuttosto l'ansia che il futuro sia peggiore del passato. E questo Macron lo aveva capito
L’insicurezza esiste, ma non ha niente a che vedere con la criminalità e tanto meno con l’immigrazione e con i musulmani: è l’insicurezza di fronte a un avvenire che si paventa – a ragione – peggiore del presente.
Manlio Graziano
Secondo la Treccani, “la parola sorpresa si riferisce alla meraviglia, allo stupore suscitati da un fatto inaspettato, straordinario o non prevedibile”. Per questo, nessuno può dire che il risultato del primo turno delle elezioni parlamentari francesi sia stata una sorpresa: tutti se lo aspettavano, al punto che anche i sondaggi ci hanno azzeccato fin nel dettaglio (e questa sì, è una sorpresa).
Perché tutti se lo aspettavano? O meglio: perché l’estrema destra è riuscita a imporsi come il primo partito in Francia (quale che sia il risultato del secondo turno)?
Prima di tutto, un po’ di cifre per avere l’esatta dimensione del successo del Rassemblement national (RN). In termini percentuali, sarebbe da registrare un passo indietro rispetto alle europee di tre settimane fa, quando RN più estrema-estrema-destra di Reconquête avevano ottenuto il 37,2 per cento e il 30 giugno «solo» il 33,1 per cento.
Ma siccome il tasso di partecipazione è stato molto più alto (66,6 per cento degli aventi diritto), questo significa che, in termini assoluti, le due formazioni di estrema destra unite, più i gollisti di estrema destra di Eric Ciotti, hanno incassato qualche consenso in più rispetto a tre settimane prima (non moltissimi: circa 260 mila voti in più, senza peraltro sapere a quanto ammonti l’apporto dei gollisti di estrema destra).
Alle europee, RN+Reconquête erano stati votati da 1,8 francesi su 10, mentre alle legislative sono stati votati da 2,2 francesi su 10: un passo in avanti, certo, ma non la “valanga” di cui molti parlano.
Certo, in un’elezione parlamentare conta chi vota e chi non vota non conta. Ma se si vuole parlare della popolarità reale del partito di Marine Le Pen, bisogna considerare quanti l’hanno votato e quanti (7,8 francesi su dieci) non l’hanno votato. E, ovviamente, bisogna considerare che la popolarità reale di quel pastrocchio improbabile che è l’alleanza di sinistra è ancora minore, per non parlare di quella del partito di Emmanuel Macron o, peggio ancora, di quel che resta dei gollisti che furono.
I fattori del successo atteso
Al successo elettorale dell’estrema destra francese hanno contribuito fattori endogeni e fattori esogeni, cioè fattori tipicamente francesi e fattori che sfuggono alla responsabilità di chiunque governi la Francia, perché si tratta di tendenze globali.
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a Appunti - di Stefano Feltri per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.