Come il caso Boccia-Sangiuliano è diventato il caso Arianna Meloni
La storia dell’estate pare comprensibile solo se si legge partendo dalla fine, cioè dall'attacco di Renzi al governo per la nomina di un manager della cultura vicino alla sorella della premier
Il 16 agosto il Giornale di Sallusti denuncia un complotto contro Arianna Meloni per certe nomine, il 24 agosto Arianna ufficializza la rottura con il compagno, il ministro Lollobrigida, e il 26 scoppia il caso Sangiuliano. Sono tutti eventi legati?
Se non ci state capendo più niente nel caso di Maria Rosaria Boccia, non vi preoccupate, è normale: il problema è che la storia dell’estate inizia a sembrare comprensibile soltanto se si legge partendo dalla fine.
E si capisce che è un caso che riguarda Arianna e Giorgia Meloni, molto più che l’ormai ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Ultima puntata: Matteo Renzi e Italia Viva attaccano il governo per la nomina di tale Fabio Tagliaferri alla guida di Ales, la società in-house (cioè interna) del ministero della Cultura che si occupa di “attività di supporto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano e nello svolgimento di attività strumentali alla gestione tecnico-amministrativa dei procedimenti di tutela messi in atto dal socio unico”, cioè il ministero.
PiazzaPulita di Corrado Formigli ha intervistato questo Tagliaferri, gestore di società di autonoleggio a Frosinone da poche centinaia di migliaia di euro di fatturato che a febbraio viene nominato alla guida di Ales, che invece fattura 88 milioni di euro, e che non ha alcuna esperienza precedente in campo culturale.
Però, dice alle telecamere di PiazzaPulita, è un grande ammiratore di Giorgia Meloni, di cui guarda tutti i video su Youtube più volte.
Secondo quanto ricostruito dall’Espresso, Tagliaferri lavora quattro giorni a settimana a Roma e il quinto trova tempo per continuare a gestire i suoi affari a Frosinone. D’altra parte a Frosinone ha costruito tutta la sua carriera politica: ben 26 anni in consiglio comunale, fino a febbraio era anche assessore ai Servizi sociali.
Il sito alessioporcu.it ricostruiva a febbraio che Tagliaferri era arrivato a un passo dall’avere un ruolo nella giunta di Francesco Rocca, eletto presidente del Lazio nel 2023, ma poi aveva fatto un passo indietro per questioni di equilibri interni al partito ed era rimasto a Frosinone. Alla fine è arrivata la nomina a presidente e amministratore delegato di Ales, quando il manager Mario De Simoni è andato in pensione.
Che c’entra Arianna Meloni?
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