A chi tocca dopo Los Angeles
Il devastante incendio in corso in California è la replica di quello del 2016 a Fort McMurray in Canada. Questa catastrofi sono prevedibili e previste, ma non siamo pronti
Le estati caldissime che stiamo sperimentando in questi anni presto le ricorderemo come le più fresche del secolo, perché le prossime saranno più calde. E così gli incendi di Los Angeles li ricorderemo come la versione in scala ridotta di quelli che ci aspettano
Sulla newsletter specializzata in questioni climatiche Heatmap, si leggono titoli come questi: “Los Angeles può bruciare fino alle fondamenta?”. Perché l’incendio scoppiato ormai una settimana fa non è neanche lontanamente contenuto. E ci dice due cose importanti sulle conseguenze della crisi climatica, due cose che riguardano anche noi qui in Italia.
Primo: siamo in una fase nuova, mentre ancora si perde tempo a cercare di convincere i negazionisti climatici della serietà del problema, il nostro mondo è esposto a un rischio esistenziale già ora, non nel futuro. Le nostre città possono, semplicemente, bruciare fino a quando non ne rimarrà nulla. E senza una causa particolare.
Seconda cosa importante che impariamo guardando Los Angeles: il disastro non è sempre colpa di qualche piano che non ha funzionato, di qualche funzionario pubblico corrotto o pigro che non ha applicato misure preventive. Non c’è sempre uno scandalo da indagare.
A Los Angeles il 20 per cento degli idranti è rimasto senz’acqua perché il sistema di contenimento degli incendi non è stato pensato per fenomeni delle dimensioni di quello che stiamo vedendo.
Ci stiamo confrontando con catastrofi per le quali non siamo preparati, che fatichiamo a prevenire perché i costi e gli sforzi di una prevenzione all’altezza sarebbero immani. Ma sono anche catastrofi che una volta iniziate non sappiamo come fermare.
A Los Angeles aspettano che piova, sperano che ci pensi la natura, ma le previsioni del meteo sono sfavorevoli, e più l’aria si scalda e l’incendio si estende meno probabile è che basti un po’ di pioggia a fermare il disastro.
Il dibattito sulle cause è poco appassionante: il grosso degli incendi sono dolosi, ma qui non è molto rilevante come è cominciato l’incendio.
Il problema è che non si può fermare.
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