Appunti - di Stefano Feltri

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A che gioco gioca Putin
Appunti di Geopolitica

A che gioco gioca Putin

Come prevedibile, la mediazione di Trump non ha concluso nulla. E a mettere in fila i fatti si vede che Mosca è più minacciosa che mai, anche per l’Europa

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Stefano Feltri
mag 21, 2025
∙ A pagamento
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A che gioco gioca Putin
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L’Ucraina produce ormai un milione di proiettili da 155 millimetri al mese, e ha una produzione di droni che è 20 volte quella degli interi Stati Uniti. Nel 2024 dalle fabbriche americane sono usciti 100.000 droni, da quelle ucraine 2 milioni, che costano meno e sono efficaci, perché vengono testati ogni giorno in battaglia

Oggi, mercoledì 21 maggio, alle 17, in una diretta Substack di Appunti Laura Turini discuterà il mio nuovo libro- Il nemico - Elon Musk e l’assalto del tecnocapitalismo alla democrazia (Utet) che uscirà il 10 giugno. Si può pre-ordinare qui.

Anteprima asset quadrato

La diretta viene trasmessa sulla pagina di Appunti, iscritte e iscritti riceveranno notifica via mail quando inizia, qui il link di promemoria

Questa mattina invece presentiamo il podcast La Scomunica alla stampa estera, a Roma, alle ore 11, con Giorgio Meletti e Federica Tourn


Alla fine cos’è successo? Cosa ha prodotto la tanto attesa telefonata diretta tra Donald Trump e Vladimir Putin? Assolutamente niente, come niente aveva prodotto il tanto atteso negoziato in Turchia nel fine settimana scorso, snobbato dal presidente russo e quindi poi disertato anche dai presidenti di Stati Uniti e Ucraina.

Il giorno dopo quella che doveva essere la telefonata decisiva, il momento nel quale Trump esercitava tutta la sua presunta abilità di negoziatore con l’altro uomo forte suo omologo al Cremlino, le reazioni, i commenti, e le analisi sono di massima preoccupazione, invece che di sollievo

Perché Putin non ha fatto alcun passo in avanti, non ha concesso alcuna pausa nelle ostilità, anzi le intensifica. E non è ben chiaro se la Casa Bianca si senta ancora coinvolta nel tentativo di mediare una pace o se invece Trump, frustrato per l’insuccesso nel tentativo di ottenere qualcosa di concreto, abbia lasciato la parte diplomatica ad altri interlocutori: la Turchia, la Svizzera, il Vaticano.

In questo secondo caso, se Trump considerasse davvero esaurito il suo lavoro, allora la seconda domanda ancora più rilevante sarebbe la seguente: ma gli Stati Uniti continueranno a sostenere sul piano militare e finanziario l’Ucraina anche se non hanno più fiducia in una soluzione diplomatica di breve termine? E, in caso contrario, cosa farà l’Europa?

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