Verrebbe da dire che i liguri se lo meritano il sistema Toti e la sua riedizione con Bucci, se non fosse che i costi di quel sistema li paghiamo tutti noi contribuenti italiani.
E così in Liguria ha vinto Marco Bucci, il candidato della massima continuità con quello che si era dovuto dimettere per aver asservito la Regione a interessi privati in uno schema di corruzione conclamato. Il centrosinistra è riuscito a perdere candidando uno dei nomi più forti a livello nazionale, Andrea Orlando, ministro di tutto, dell’Ambiente, della Giustizia, del Lavoro.
Le elezioni della Liguria dimostrano, al di là di qualunque analisi politica, che c’è una questione morale nella Regione, in Italia, nel centrodestra, nel centrosinistra. La corruzione non fa perdere voti.
Se Mani Pulite ci fosse oggi, gli italiani rieleggerebbero Bettino Craxi.
L’analisi del voto
Vediamo, prima delle mazzette, come è andata. Marco Bucci ha vinto con il 48,77 per cento e 291.000 voti. Molti meno dei 383 mila di Giovanni Toti nel 2020. Dei 141.000 voti della lista personale di Toti un po’ se ne disperdono tra i vari partiti della coalizione, qualcuno viene meno, ma non così tanti.
Da notare che il rafforzamento della coalizione di centrodestra è solo apparente, la Lega dimezza i voti assoluti, Fratelli d’Italia e Forza Italia ne intercettano un po’ ma non compensano. Insomma, Bucci vince, ma non stravince. Ha vinto per demerito altrui?
Il centrosinistra nel suo complesso guadagna voti, a differenza del centrodestra, ma non abbastanza. Il Pd prende più voti che nel 2020, quando sosteneva il candidato di coalizione ma non di area Pd Ferruccio Sansa, che era il collante con il Movimento Cinque stelle. Quattro anni dopo i Cinque stelle, già miserini nel 2020, quasi dimezzano i voti: non vale l’alibi che alle elezioni locali vanno sempre maluccio, se continuano a dimezzarsi a ogni elezione presto non ne rimarrà niente.
Vale la pena ricordare che alle regionali del 2015, i Cinque stelle all’epoca saldamente guidati da Beppe Grillo, hanno preso 163.000 voti. Il Movimento personale di Giuseppe Conte è riuscito a scendere da 49mila del 2020 a 26mila.
Se Conte non avesse messo il veto su Italia viva di Matteo Renzi, che a Genova governa con Bucci, Orlando avrebbe vinto? Forse sì, forse no: Italia viva magari porta voti, Renzi li fa perdere. Difficile stabilire il saldo netto, certo Orlando - come la segretaria del Pd Elly Schlein - se lo chiederà a lungo. Perdere un’elezione per 2mila voti fa venire molti pensieri e a livello nazionale - questo mi pare il messaggio della Liguria - non ci si può permettere coalizioni troppo selettive.
Il vero problema è che dopo lo scandalo Toti in Liguria non avrebbe dovuto esserci partita. Come è possibile che il centrodestra sia sopravvissuto a un presidente arrestato ai domiciliari per mesi e che il centrosinistra non sia riuscito a sfruttare la situazione?
La rimozione
La campagna elettorale si è svolta come fosse un’elezione normale, come se la legislatura fosse arrivata a compimento. E invece l’unica ragione per la quale si è votato il 26 e il 27 ottobre è per una traumatica vicenda giudiziaria che ha portato alle dimissioni il governatore Toti.
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